Monok
L’infinito in una nota
L’infinito in una nota
Il monocordo sembra nato da una intuizione di Pitagora che dopo averlo studiato disse: “prendi una corda e studiala, scoprirai come funziona l’Universo”.
So che sembra impossibile, ma è proprio così, e dentro una nota ci sono infinite note, chiamate “armonici”.
Per chi ha orecchie per intendere, sente che dentro ogni nota esiste un meraviglioso castello celestiale fatto di altre note che si auto generano, si susseguono, giocano tra loro.
Nel mio corso di Canto Armonico aiuto le persone ad accedere a questa sensazione acustica sensazionale. Infatti all’inizio del corso suono il monocordo e alla fine lo risuono, alle persone che si sono aperte ai mille suoni di una nota, sembra persino che stia suonando un altro strumento musicale!
Il Monocordo è uno degli strumenti usati per sostenere ed accompagnare il canto armonico, come lo Shruti Box e la Tampura (due strumenti indiani).
Ti presento i miei 2 monocordi, che sto custodendo.
L’evoluzione del Monocordo
E’ un Monocordo che nel tempo ha perso due corde, si sono così create tre zone che ho accordato diversamente.
In questo modo l’infinito di una nota si moltiplica per altri infiniti, a creare suoni e tessiture incredibili.
Grazie a Monok e alla sua incredibile abbondanza di suoni, ho inciso un album che ho intitolato “New gonden age” perchè mentre registravo e ogni volta che lo riascolto, mi ritornato immagini di grande abbondanza, di natura, di condivisione, di armonia e di bellezza.
Sull’altro lato c’è un simil Koto giapponese, una specie di arpa appoggiata ad una tavola, che suonano i monaci zen per meditare.
Gratitudine alla vita.
Questo strumento mi è stato regalato, probabilmente chi lo suonava non aveva compreso le potenzialità di questo particolare strumento perchè il costruttore (italiano tra l’altro!) aveva messo delle corde che producevano armonici deboli. Ho cambiato le corde, l’ho accordato in SOL, la mia nota preferita, ed ora è un monocordo di tutto rispetto!